Quando iniziamo un nuovo progetto, un nuovo business, una nuova attività ci sentiamo spesso in dovere di avere già tutto chiaro, di avere già tutto quello che ci serve per avviare, sostenere e rendere di successo qualcosa di nuovo e ancora sconosciuto. Circondate da tutto quello che i social e i media ci servono in ogni salsa, ci convinciamo del fatto che se iniziamo qualcosa, allora dobbiamo avere già tutto sotto controllo.
Iniziamo ad offrirci un ascolto più profondo e attento di quello di cui abbiamo bisogno in questo momento (e non solo tra 3/6/12 mesi).
Con questo non voglio dire che non occorre pianificare, fare progetti, avere obiettivi chiari e numeri alla mano (strumenti senza dubbio necessari ed efficaci).
Penso solo che, prese dall’idea di dover avere tutto subito in chiaro e tutto perfetto, rischiamo di perdere il focus rispetto a quello che davvero è importante per noi.
Rischiamo di non prenderci quel tempo per riflettere su come vogliamo sentirci quando avremo il nostro business, quando quel progetto sarà avviato.
Rischiamo di creare un business non allineato a noi.
Rischiamo di mettere così tanta pressione su quel progetto o business da vederlo poi esplodere o evaporare sotto i nostri occhi. E’ importante prenderci questo tempo di ascolto.
Un tempo in cui tutto il rumore fuori si abbassa e possiamo ascoltare la nostra vera voce. Quella della nostra essenza.
Magari attraverso il journaling, domande di auto-coaching o delle sessioni coaching.
Mi è capitato di parlare in diverse occasioni e con diverse persone o clienti del fatto che il vuoto fertile sia qualcosa di necessario.
Il vuoto fertile è quello spazio in cui non facciamo nulla.
Dove stiamo con noi stesse: spirito, corpo e mente.
Dove osserviamo quello che ci accade dentro.
E’ quel vuoto che spesso cerchiamo di evitare perchè ci fa sentire “sbagliate” (ti suona familiare quella vocina che dice “non puoi fermarti e stare senza non fare nulla, con tutto quello che hai sulla to-do-list!”)
Ed è anche quello che viene definito anche “preludio all’atto creativo”.
Spesso, prese dalla pianificazione, dalla parte operativa del nostro lavoro, ci troviamo disconnesse dalla parte più creativa di noi.
Quella parte (la nostra artista interiore), che ha idee, intuizioni, energia-carburante per far sì che la nostra macchina possa continuare a muoversi.
Immagina un’auto nuova di zecca, super accessoriata, con tutti i sistemi all’avanguardia, munita di parti elettroniche che la rendono praticamente autonoma.
Cosa succederebbe se chi la guida non avesse il tempo di cercare una stazione di servizio, capire di quale tipo di carburante ha bisogno e rifornire l’auto di carburante?
L’auto, ahimè, rimarrebbe ferma lì dov’è. Inutilizzabile.
Per alcune persone il vuoto fertile è qualcosa di facilmente praticabile, per altre un po' meno.
Trovo, quindi, altrettanto nutriente ed utile l’idea di ritagliarci regolarmente dei momenti da dedicare ad altro, non per forza il “vuoto” totale, come:
> leggere un libro
> creare qualcosa con le nostre mani
> preparare un piatto particolare
> visitare una mostra
> fare una camminata in natura
> meditare
> ...
Ognuna di noi, se si ascolta sul serio, può individuare l’attività che la rende più fertile. Quella grazie alla quale arrivano idee, intuizioni, ci sentiamo rigenerate, con l'energia a mille.
Quell’attività che diventa linfa vitale per la nostra artista interiore.
E soprattutto farlo senza sentirci in colpa.
E sì, perché magari ci diamo il permesso di farlo, ogni tanto.
Ma poi? Cosa succede quando torniamo al nostro planner?
Succede che ci sentiamo in colpa per aver fatto qualcosa di "extra lavorativo" quando potevamo fare così tante cose per portarci avanti con il business.
Ma ti faccio una domanda.
Cancelleresti l’appuntamento con il commercialista perchè non è parte effettiva del lavoro? Credo di no, perchè sai che è necessario affinché la tua attività continui.
Ecco, tratta il tuo vuoto fertile/'spazio per fare altro' come un appuntamento di lavoro importante e non rimandabile.
Ti svelo un segreto: inserendo questo tempo nella tua pianificazione e bloccandolo nel tuo planner nero su bianco, la tua mente farà meno fatica a vederlo come parte integrante del tuo lavoro, del tuo business. Ricordo ancora quando la mia prima coach mi aveva chiesto di pianificare del tempo per coltivare il vuoto fertile dicendomi così: “tu sai che la tua creatività si attiva quando non fai nulla e ti stacchi totalmente dal lavoro”.
E’ stata una bella presa di coscienza del fatto che quella parte, per me, era non solo importante ma necessaria affinchè io potessi funzionare nel mio business con tutti i miei talenti, valori e capacità.
Ogni nuovo inizio porta con sé tante aspettative, tanto entusiasmo e tanta adrenalina.
Allo stesso tempo, è necessario trovare il modo di preservare quel vuoto fertile o ‘spazio per fare altro’, affinché quel nuovo inizio possa trasformarsi e crescere in qualcosa di allineato a te, in evoluzione e sostenibile nel tempo.
Chissà quali sono le attività che ti aiutano a rigenerare e ricaricare la tua parte creativa.
Ed ora, ti invito a bloccare già da ora dello spazio vuoto nel tuo planner.
Chissà come ti senti nel farlo.
Se hai piacere, scrivimi per raccontarmi la tua esperienza, sarò molto felice di leggerti.
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Ciao, sono Francesca, life business coach certificata. In questo blog ti racconto cos’è il coaching e cosa significa per me, condividendo strumenti e risorse per il cammino di ognuna di noi verso la versione migliore di se stessa.
Mi chiamo Francesca e sono una life business coach online con una grande passione per i nuovi inizi. Accompagno le donne ad allineare il proprio business alla loro vera essenza, attingendo a talenti, passioni e valori.