Ti è mai capitato di arrivare al top della tua carriera, di una tua relazione, del tuo benessere fisico per poi bloccarti?
Magari ti sei ammalata quando stavi lavorando a quel progetto super importante e non hai potuto finire la presentazione a cui tenevi.
Forse sul più bello hai litigato con il tuo/la tua partner per qualcosa di banale, proprio quando le cose stavano andando un gradino più in alto.
O ancora, ti sei fatta male proprio quando avevi trovato il tuo equilibrio nell’allenamento.
Sono quasi sicura che almeno una volta nella vita, ti sia capitato qualcosa di simile.
Gay Hendricks (coach e autore di “The big leap”) spiega che, la maggior parte delle volte, questo accade quando stiamo arrivando ad un punto di successo (della nostra idea di successo) ed entra in gioco il nostro “upper limit” (limite superiore) a bloccarci.
Come se il nostro cervello ci stesse dicendo “hey, dove vai? Non siamo mai state lì, non è sicuro! Fermati qui dove sei”.
Questo accade principalmente per due motivi che ti accenno brevemente:
La buona notizia è che nel primo caso, possiamo distinguere le situazioni di vero pericolo da quelle sicure. Possiamo quindi ringraziare il nostro cervello di volerci proteggere e rassicurarlo che quella situazione non è un pericolo per la nostra vita, ma è solo qualcosa di nuovo. Quindi possiamo procedere in quella direzione più serenamente.
Nel secondo caso, quando proviamo paura nell’affrontare una situazione nuova, possiamo ricordarci che quella paura è legata alla novità della situazione.
Non riconosciamo quella situazione come familiare e sicura solo perchè non l’abbiamo ancora vissuta, e non perchè sia effettivamente pericolosa per noi.
Il passo successivo è quello di cercare al nostro interno o all’esterno (se necessario) le risorse che ci permettono di andare oltre quel limite superiore che blocca la nostra evoluzione e crescita personale.
Mentre preparavo questo podcast, mi sono venuti in mente 2 episodi in cui mi sono trovata, senza saperlo all’epoca, ad affrontare il mio limite superiore. Te li racconto come storie e con l’augurio che possano esserti di ispirazione o possano far nascere qualche riflessione utile per te.
Ho sempre cantato, sono stata circondata dalla musica da quando sono nata.
Mio papà era un musicista, non di professione, ma lo era a tutti gli effetti.
La musica faceva parte della sua essenza, tanto da imparare a suonare e cantare come autodidatta.
Cantavamo insieme, mi ha sempre incoraggiata, supportata, era il mio fan numero 1.
Dopo aver detto di no ai suoi mille mila incoraggiamenti ad unirmi al coro (non conto più le volte che me l’ha proposto) ed aver vissuto ogni esibizione come fossi un gladiatore nella gabbia dei leoni, alla veneranda età di 28 anni ho deciso di iscrivermi ad una scuola di canto.
Erano tutti più giovani di me o con più esperienza di me.
La scomodità di sentirmi in un posto così era tanta, ma l’energia che mi riempiva ogni volta che cantavo, ogni prova, ogni sfida con me stessa, era qualcosa di cui non potevo più fare a meno.
Mi ricaricava, mi rendeva viva, illuminava anche le giornate più grigie e frustranti passate al lavoro.
Era quasi una pratica spirituale per me.Arriva il primo saggio, con la prima esibizione da solista.
E proprio quel giorno anche un mal di gola fortissimo.
Il classico blocco che arriva quando sei sul più bello.
Quando è il momento di espandere quello che stai vivendo e condividerlo con chi hai intorno.
Il momento in cui, chi è fuori dal tuo guscio, può vederti sotto una luce diversa: la tua.
Ed è qui che spesso appare un soffitto di vetro sopra la tua testa: riesci a vedere cosa c’è oltre, ma non hai il coraggio di romperlo per fare il passo successivo.
Perchè potresti farti male, anche se dentro di te sai che è lì che devi andare per esprimerti al tuo meglio.
Le opzioni erano due: non esibirmi o trovare una soluzione per cantare.
Sul momento, ho deciso di usare la risorsa che avevo con me in quel momento: una boccetta di propoli.
Qualche goccia diretta in gola ed ho cantato quella canzone come mai prima di allora.
La canzone era ‘Amore Disperato’ di Nada . Di disperato non avevo nulla, se non una grandissima voglia di continuare a fare uscire la mia voce e di condividere con il mondo quel mio talento, quello che era diverso dagli altri.
Forse non arrivavo alle note più alte, forse non avevo una potenza come le altre ma quello che passava dalla mia voce era solo mio.
Da lì ho continuato le mie lezioni di canto, fatto altri saggi e cercato finalmente una band in cui cantare. L’ho voluto con tutte le mie forze ed ho portato avanti quello che era un mio grande desiderio. In questo mio percorso che ho vissuto come una sorta di rinascita, ho avuto un’insegnante di canto che è stata una vera maestra.
Una donna che è riuscita a vedermi per davvero, a mettere luce sui miei talenti e sulle mie unicità.
Donandomi una forza e una consapevolezza che fino a quel momento non avevo avuto.
Nel luglio del 2018, avevo programmato e comunicato a tutti la mia prima live su Facebook per lanciare la mia allora nuovissima attività di consulente per libri per bambini.
La mattina stessa mi ero svegliata con una congiuntivite terribile, tanto da non riuscire ad aprire un occhio.
Le gocce avrebbero fatto effetto ma non in tempo per la diretta.
Avevo forse solo una scelta logica: rimandare la live ed assecondare questo ostacolo che mi si era presentato davanti e che, apparentemente, non mi dava alternative.
Mio marito scherzando mi dice: “mettiti gli occhiali da sole”.
Così ho fatto! Ho indossato gli occhiali da sole ed ho premuto il tasto live.
Era la mia prima diretta in assoluto, in un tempo in cui non si usava zoom e dove quasi nessuno sapeva cosa fosse una live di Facebook o Instagram.
Ero nervosa, emozionata, avevo una paura folle ma…l’ho fatto.
Ed è stato proprio quello il momento in cui ho preso il volo.
L’istante in cui ho superato un altro dei miei blocchi (andare live e parlare ad un pubblico) ed ho capito che se volevo qualcosa potevo averla.
Ho capito che potevo trovare le risorse che mi servivano anche davanti ad ostacoli più o meno grandi.
Ho ancora quegli occhiali da sole anche se non li uso più.
Li ho appesi vicino alla scrivania per ricordarmi quello che sono capace di fare quando desidero fortemente qualcosa.
Anche qui avevo alle mie spalle una mentore che aveva visto quello che avevo dentro ancora prima che lo vedessi io.
Una guida che mi faceva da specchio di quello che erano i miei talenti, le mie capacità, le mie unicità.
Ho capito che raccontare le mie esperienze non è questione di vanto, ma può anzi essere utile a chi mi ascolta o legge.
Può far scattare qualcosa, anche solo in una persona, e quel qualcosa può portarla un passo più avanti nel suo percorso, a suo modo.
Può accendere una nuova consapevolezza.
O ancora, rassicurarla del fatto che non è sbagliata e farla sentire meno sola.
Chissà se in queste storie hai trovato dei pezzetti di te o se qualcosa ti ha risuonato.
Magari con una sensazione piacevole, o magari con una sensazione di fastidio.
Ti invito a prenderti qualche momento per te, per riflettere su quello che è scattato mentre mi leggevi.
Come sempre, consiglio di scrivere su un notebook o sulle note del telefono, aiuta a far fluire i pensieri.
Ecco alcune domande per te:
E infine, ti invito a chiederti se in questo momento nel tuo percorso c’è un limite superiore che ti sta bloccando nel proseguire.
Se sì, riesci a pensare a quali sono le risorse che potrebbero aiutarti a superarlo?
Buon lavoro e buone riflessioni.
Se hai piacere, scrivimi per raccontarmi la tua esperienza, sarò molto felice di leggerti.
Se hai voglia di chiacchierare, mi trovi su instagram qui.
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Insieme potremo guardare alla tua situazione, capire se possiamo lavorare insieme e scegliere il percorso di coaching più adatto a te.
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Ciao, sono Francesca, life business coach certificata. In questo blog ti racconto cos’è il coaching e cosa significa per me, condividendo strumenti e risorse per il cammino di ognuna di noi verso la versione migliore di se stessa.
Mi chiamo Francesca e sono una life business coach online con una grande passione per i nuovi inizi. Accompagno le donne ad allineare il proprio business alla loro vera essenza, attingendo a talenti, passioni e valori.