In questi giorni sto leggendo “Piano B” di Valeria Teodonio. Uno di quei libri che ti ispirano e ti ricaricano così tanto da farti sentire più forte.
Nel libro, si parla di cambiamenti importanti legati all’ambito lavorativo e di cambi radicali di professione, quindi potrai immaginare quanto questo mi risuoni.
L’autrice lo fa abbinando dati e studi a storie di chi quel cambiamento l’ha fatto, anche in modo piuttosto estremo. Sono storie di manager che scelgono di diventare insegnanti nelle scuole primarie, di direttori marketing che decidono di insegnare l’arte della ceramica, e molto altro ancora.
Leggere queste pagine mi lascia sempre con un senso di nuovo inizio, nuove opportunità, nuovi progetti. Un senso di evoluzione rispetto a dove ci troviamo ora che porta spesso con sè anche un bisogno di cambiamento e di nuove scelte.
Nell’episodio di oggi vorrei parlarti proprio di cambiamento.
Non tanto del cambiamento che ci viene imposto da fuori e che non possiamo controllare, ma di quello che scegliamo di seguire perchè il posto dove siamo in questo momento ci sta stretto.
O perché ci rendiamo conto che quello in cui siamo ora non è affatto il nostro posto nel mondo.Un cambiamento che può permetterci di continuare nella nostra evoluzione, nella nostra crescita, nella nostra trasformazione.
Quel cambiamento che ci porta sempre più vicine alla nostra zona di genio.
Con ogni cambiamento arrivano delle decisioni da prendere, delle scelte da compiere.
Spesso, in questa fase, entra in gioco la nostra mente più logica.
Molte volte questa è supportata da una vocina extra che ci tiene a far sì che ogni scelta fatta da noi sia sicura, con il minimo margine di rischio.
È quella parte di noi che vuole essere certa che la scelta che stiamo per fare sarà vantaggiosa e ci farà stare meglio.
Tutto bello e logico, ma…è davvero così che riusciamo ad evolvere?
Possiamo evolvere ascoltando solo la nostra mente logica e quella voce che vuole tenerci nella nostra zona di comfort?
Nella zona dove sappiamo cosa stiamo facendo, siamo brave e ci viene naturale farlo?
Se ti dicessi che si può arrivare ad un punto in cui quella zona è talmente comoda da farci sentire scomode?
Mi viene in mente quella che in inglese chiamano ‘cabin fever’ (febbre da cabina). Cioè quella sensazione che si ha quando abbiamo passato troppo tempo in un posto chiuso, stiamo quasi male, ed abbiamo un bisogno impellente di uscire a prendere aria.
Ecco, in alcuni casi, la nostra zona di comfort si trasforma in una cabina troppo stretta. E’ qui che, se ci ascoltiamo per davvero, riusciamo a percepire quel bisogno di esplorare cosa c’è fuori dalla nostra comfort zone.
E’ qui che la sicurezza e l’agio passano in secondo piano, per lasciare spazio a quello che davvero siamo chiamate a fare nel mondo.
Ed è proprio qui che ci sentiamo chiamate ad uscire dalla nostra zona di eccellenza (dove siamo brave a fare quello che che facciamo, quasi da annoiarci ormai) per andare verso la nostra zona di genio.
La zona di genio è dove c’è tanto di sconosciuto e nuovo, ma dove possiamo mettere in atto i nostri talenti e le nostre passioni, appoggiandoci in modo saldo sui nostri valori.
Stare nella nostra zona di genio non vuol dire solo fare quello che ci appassiona e che si sposa con il nostro scopo nel mondo, con la nostra visione e missione.
Stare nella nostra zona di genio vuol dire molto di più.
Vuol dire fare quello che ci fa stare bene e che ci appassiona, in connessione con la nostra vera essenza: in linea con i nostri valori ed utilizzando i nostri talenti.
Ho sentito parlare della zona di genio per la prima volta nel libro “The big leap” (il grande salto) di Gay Hendricks.
Hendricks è un coach americano che aiuta i suoi clienti a scoprire e ad arrivare nella loro zona di genio. E poi, a starci durante i loro cambiamenti e seguendo le loro diverse fasi evolutive.
Mi rendo conto che questo sia un tema piuttosto ampio, vorrei però lasciarti con qualcosa di concreto che puoi iniziare ad esplorare ed applicare nella tua vita e nelle tue scelte quotidiane.
Ecco alcune domande che possono aiutarti a riflettere e quindi individuare quale sia la tua zona di genio (tratto dal libro ‘The big leap’ di G. Hendricks).
1 • Cosa ti piace fare di più al mondo così tanto da riuscire a farlo per un lungo periodo di tempo senza stancarti o annoiarti?
Qui può trattarsi di qualsiasi cosa, non solo mansioni lavorative o task elaborate.
Prova a lasciarti libera di pensare a qualsiasi cosa ami fare così tanto da perdere la concezione del tempo.
2 • Che tipo di lavoro (attività) fai che non ti sembra nemmeno essere lavoro?
Cosa nel tuo lavoro potresti fare tutto il giorno senza stancarti o annoiarti?
3 • Nel tuo lavoro, cosa porta più risultati in termini di abbondanza e soddisfazione rispetto al tempo che impieghi a farlo?
Prova a rispondere a questa domanda sia con la mente sia con il cuore.
Ad esempio: anche se fai quella cosa solo per pochi secondi o minuti, potrebbe arrivarti un’idea o un’intuizione che ti porta a generare un grande valore nella tua attività. Quali sono queste cose per te?
4 • Qual è il tuo talento unico?
Hai un talento speciale di cui sei dotata. Questa abilità unica, utilizzata appieno e messa all’opera, può portare un enorme beneficio a te e ad ogni persona con cui hai a che fare.
Per arrivare a capire qual è questa abilità aiutati con le 3 domande precedenti: cosa puoi notare di te dalle risposte che hai dato? E ancora, così ti riconoscono di più le persone con cui lavori?
Lo so, possono sembrare domande impegnative perchè richiedono momenti di riflessione profonda e di auto ascolto.
E sicuramente lo sono se fino ad oggi non hai mai fatto un'esplorazione di questo tipo, per cui non preoccuparti, va benissimo così.
Il mio consiglio è di iniziare a scrivere liberamente rispondendo a queste domande. E di farlo nel modo che ti viene più naturale, senza pensarci troppo.
Dopo che lo avrai fatto, lascia sedimentare e osservati nei prossimi giorni e settimane, lasciandoti stupire da quello che emergerà.
Ti invito ad essere aperta a nuove scoperte e soprattutto a quello che non ti aspetti di trovare.
Non ci conosciamo mai abbastanza e soprattutto quando siamo in una fase di crisi e bisogno di cambiamento, occorre osservarci da una prospettiva un po’ diversa dal solito, come se mettessimo degli occhiali speciali.
Ci tengo anche a dirti che mentre farai questi esercizi di osservazione di te e di esplorazione, potrebbero farsi sentire quelle vocine che ti fanno dubitare di tutto.
Riconoscile e semplicemente abbassa il loro volume, anche solo per qualche minuto.
Se hai piacere, scrivimi per raccontarmi la tua esperienza, sarò molto felice di leggerti.
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Ciao, sono Francesca, life business coach certificata. In questo blog ti racconto cos’è il coaching e cosa significa per me, condividendo strumenti e risorse per il cammino di ognuna di noi verso la versione migliore di se stessa.
Mi chiamo Francesca e sono una life business coach online con una grande passione per i nuovi inizi. Accompagno le donne ad allineare il proprio business alla loro vera essenza, attingendo a talenti, passioni e valori.