22 Novembre 2024
Tempo di lettura 5 minuti

Strade diverse che portano alla stessa meta

photo of pathway surrounded by fir trees

Se potessi riassumere il mio autunno 2024 in una parola, sceglierei: intenso.
In un mese o poco più sono finite le vacanze estive, è iniziata la scuola, si sono date il cambio due stagioni, ho iniziato a chiudere un cerchio lavorativo ed un altro si è ufficialmente aperto.
Tanti cambiamenti e tanti nuovi inizi.
Magari penserai, “beh, è quello di cui parli sempre, dovrebbe essere facile e normale ormai per te”.
E invece, non lo è.  
Certo, sarebbe bello essere sempre pronte ai cambiamenti e a gestire i nuovi inizi senza fatica e difficoltà, come se fossero parte della nostra routine. 

Ma è anche vero che ci perderemmo tanto del bello che i cambiamenti si portano dietro: stupore, meraviglia, apprendimenti, scoperte, nuove consapevolezze ed evoluzione. 
Il tutto magari attraverso momenti no, attimi di celebrazione, lunghe giornate in cui ci sembra solo di trascinarci ed altre in cui ci sentiamo forti, con tutto sotto controllo

Una domenica mattina di inizio ottobre mi sono rifugiata in una chiesa

Ero uscita di casa per fare una lunga camminata in solitaria, cuffie nelle orecchie ascoltando uno dei miei podcast preferiti.

Il cielo era grigio e minacciava pioggia, ma avevo bisogno di uscire, di camminare, di stare da sola con me stessa. 

Ho camminato tra le vie della città, ho fatto una deviazione per stare un po’ più a contatto con la natura, poi di nuovo nelle viette storiche che preferisco della nostra cittadina. Mi sentivo molto nomade e girovaga, un po’ persa.

Ad un certo punto, mi sono fermata davanti alla chiesa.
Sentivo un grandissimo bisogno di entrare in un luogo che mi accogliesse, un luogo protetto, sicuro. Dove avrei potuto stare con me stessa, e basta. 

E sai cosa? Sembra assurdo, ma neanche in una chiesa praticamente vuota e in orario fuori dalla messa, ho trovato il silenzio di cui avevo bisogno.
Nel bel mezzo della navata c’era il prete che stava parlando, a voce piuttosto alta, con una coppia.
Quindi niente silenzio come pensavo di trovare.
“Neanche in chiesa”, ho pensato, che assurdità.

Era come se tutto quello che avevo intorno mi dicesse che non mi serviva un luogo fisico per ritrovare la calma, per riconnettermi con me stessa e per scaricare quello che avevo accumulato durante quella settimana.
Per farlo dovevo partire proprio da me, dall’ascolto di quello che avevo dentro.

Quella settimana era stata particolarmente faticosa e sfidante. 
Avevo appena iniziato un nuovo lavoro, in parallelo a radici flessibili, che mi ha portata molto fuori dalla mia comfort zone. 
Ho avuto momenti in cui ho dubitato molto di me stessa, di essere in grado di portarlo avanti, di essere abbastanza pronta, di aver fatto la scelta giusta…

Ho lasciato che queste voci prendessero il sopravvento più di quanto avrei voluto. Ma avevo un alleato che mi aiutava a ricentrarmi, quasi tutte le volte.

Avere un "mantra" mi ha supportata

Prima di iniziare la settimana mi ero preparata una sorta di mantra da ripetere quando mi sarei sentita sopraffatta, e per quando le voci dubitanti sarebbero emerse (con gli anni ho imparato a conoscermi e quindi ho cercato di giocare d’anticipo).

Ed ha funzionato, sai perchè? 

Perché quel mantra (che suonava un po’ come “ricorda che questo è solo un mezzo temporaneo per arrivare alla tua visione più grande”), serviva e serve a ricordare alla parte di me più frettolosa, quella del “tutto e subito”, del “o è bianco o è nero”, il perchè avessi preso quella decisione. 

Serviva a ricordarmi come questa decisione rientrava nel piano per la mia visione più grande anche se poteva sembrare una deviazione.

Questo mi ha fatto pensare a tutte le volte in cui per presa di posizione, per paura di uscire un po’ dalla zona di comfort, per quelle convinzioni limitanti del tipo “se ho detto che faccio così, non posso cambiare idea”, non ci permettiamo di compiere delle scelte che possono aiutarci lungo il nostro viaggio.

La meta è lì.

Ma chi ha detto che c’è una sola strada per raggiungere la nostra meta?
Chi ha deciso che io non possa deviare il mio percorso se mi rendo conto che le circostanze esterne e/o interne mi chiedono di farlo?

A volte ci sembrerà di tornare indietro, di rallentare troppo, di non tenere fede alla nostra missione. 
Non sto dicendo che questo non succeda, anzi, eccome se può succedere. 

Succede però quando non abbiamo messo bene a fuoco la nostra visione, cosa ci serve per arrivare lì e come possiamo arrivarci. 

Succede quando le nostre radici sono talmente radicate nel terreno in cui siamo, da non permetterci di essere flessibili e provare anche altri terreni. Magari terreni più arricchenti, o che in quel momento contengono i nutrienti di cui abbiamo bisogno per crescere.

Se invece abbiamo fatto un buon lavoro di esplorazione della nostra visione, di come possiamo contribuire a realizzarla (ovvero, di qual è la nostra missione) e soprattutto del perché tutto questo è importante per noi, allora ogni deviazione necessaria o desiderata sarà parte integrante del nostro bellissimo viaggio.

A volte ci sembrerà di fare solo un’immensa fatica a scalare quel sentiero di montagna, altre volte ci sentiremo piene mentre osserviamo il panorama, altre volte ancora guarderemo alla strada percorsa e ci sentiremo profondamente realizzate. 

Ma sapremo che siamo sulla strada giusta, la nostra.

E allora, armiamoci di una mappa della nostra visione, identifichiamo la nostra meta e proviamo ad osservare quali diverse strade possono portarci proprio lì.

Forse in questo momento abbiamo bisogno di rallentare, forse invece è il momento di una bella accelerata perchè siamo cariche, magari invece abbiamo bisogno di fare un pezzo del nostro viaggio in compagnia di qualcuno che ci sostenga e supporti.

Non esiste un unico modo per arrivare alla tua meta. Ci sei tu, c’è il qui ed ora, quello che stai vivendo.
A farti da bussola ci saranno sempre i tuoi valori e i tuoi talenti.

Non mi resta che augurarti buon viaggio, e se vuoi condividerne un pezzetto con me, sarò felice di accompagnarti, stando al tuo fianco.

Grazie per avermi letta o ascoltata anche oggi.
Se pensi che questo episodio o articolo possa aiutare qualcuno a ritrovare la sua strada, sentiti libera di inoltrarlo.


Se hai piacere, scrivimi per raccontarmi la tua esperienza, sarò molto felice di leggerti.
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Ciao, sono Francesca, life business coach certificata. In questo blog ti racconto cos’è il coaching e cosa significa per me, condividendo strumenti e risorse per il cammino di ognuna di noi verso la versione migliore di se stessa.

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Mi chiamo Francesca e sono una life business coach online con una grande passione per i nuovi inizi. Accompagno le donne ad allineare il proprio business alla loro vera essenza, attingendo a talenti, passioni e valori.

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