Settembre è stato per me un mese di chiusure e nuovi inizi per me.
30 giorni brevi ma intensi in cui cercavo di mettere insieme i pezzi del mio ultimo anno e mezzo, rivedendo le mie priorità per poi aggiornare la mia mappa.
Qualche mese fa, mi sono imbattuta per caso (o forse questa volta l’algoritmo ha fatto bene il suo lavoro) nel libro di Valeria Teodonio “Piano B. Cambiare vita è possibile”.
Come potrai immaginare, non ci ho pensato due volte ad ordinarlo e l’ho divorato cercando di tenere con me quanti più passaggi possibili (immaginami sottolineare con la matita come al liceo o all’Università).
Ogni pagina, ogni storia, ogni parola mi faceva annuire, sorridere, storcere anche il naso a volte.
Ma soprattutto mi è venuta una gran voglia di condividere con te quello che mi sono portata via da quelle pagine, aggiungendo anche delle riflessioni. Ecco quindi alcuni dei concetti principali, ovviamente visti con il mio filtro.
Quindi se ti ispira, ti consiglio di leggerlo a tua volta così da fare tesoro di quello che serve a te, in questo momento.
Solitamente l’esigenza di cambiare lavoro nasce da questi principali motivi:
Non necessariamente si odia il proprio lavoro per decidere di cambiarlo, anzi spesso il lavoro che si sta facendo ci piace, l’abbiamo scelto, ci si rivede, ma…sono cambiate le nostre priorità, siamo cambiati noi, siamo evoluti.
Quindi arriva il momento di fare il passo successivo, che spesso può avere l’aspetto di una nuova strada.
E’ nei momenti di crisi (intesa come rottura dell’equilibrio, della routine) che arriva l’illuminazione che ci fa dire: “devo cambiare!”
Arriva un bisogno impellente, quasi fisico che da un lato ci respinge dall’attuale lavoro, seppur sicuro/stabile/conosciuto, dall’altro ci spinge verso un nuovo mondo.
Sappiamo bene che non è facile, non è una passeggiata, non è indolore ma sappiamo anche, sotto sotto, che è possibile farlo e che abbiamo bisogno di farlo.
Ecco perchè, dopo che la routine si è interrotta a livello mondiale (pandemia), nell’estate del 2021 c’è stato il fenomeno delle “grandi dimissioni”.
Prima, “la routine non ci faceva pensare, non ci chiedevamo il perché delle cose” si dice nel libro (o almeno non così tanto ed intensamente come durante e dopo la pandemia).
“Ho scoperto che ho bisogno di…”
“Ho scoperto di avere questo talento…”
Sono alcune delle frasi più pronunciate da chi ha scelto di dare vita al proprio piano B.
“Tra lavoro e vita sempre più spesso scegliamo la vita”, che per molti si traduce nell’avere più tempo per fare quello che ci fa stare bene e nell’avere un lavoro appagante. Per molti la “gabbia dorata” del lavoro sicuro e conosciuto diventa stretta, scomoda, non lascia spazio per muoversi liberamente.
E una volta scesi dalla ruota del criceto, ci si rende conto che in quella gabbia lo spazio intorno è davvero poco.
Non occorre sempre avere l'idea geniale, originale, quella a cui nessuno ha ancora pensato, per scegliere di cambiare i nostri piani.
Possiamo partire da noi: dalla nostra storia, dai nostri valori, dai nostri talenti.
Da lì, si decide come possiamo offrirli all’esterno, come renderli utili per il nostro nuovo inizio.
“Cambiare è più facile di quello che pensiamo”, afferma una delle persone intervistate dalla Teodonio.
Ci vuole coraggio sicuramente per decidere di cambiare, ma la vera sfida (penso io) è quella di stare in quello che arriva dopo.
Quando cala l’adrenalina della nuova sfida, quando la novità diventa normalità, quando si presentano davanti a noi ostacoli o blocchi e magari emerge la necessità di ri-vedere la rotta scelta.
Lì, il nostro coraggio diventa indispensabile.
Ho trovato molto interessante la distinzione che fa David Lazzari (Presidente dell’Ordine degli Psicologi) quando parla di due tipi di modalità che si hanno nell’affrontare i cambiamenti:
E’ la modalità progressiva che permette alle persone di vivere al meglio il cambiamento e di metterlo in atto.
Ed è qui che responsabilità e consapevolezza entrano in gioco.
Certo, non è una passeggiata e non esiste una formula magica che rende tutto più semplice, lineare e garantito.
Se però leggo bene i miei bisogni e affondo le radici nel mio why, nella mia visione più grande, allora il cambiamento diventa più facile perchè ho con me più motivazione. Quella motivazione che mi rende più resiliente, in grado di superare gli ostacoli che si potrebbero presentare sulla mia strada.
I motivi che ci portano al cambiamento quindi, hanno radici ben salde che ci permettono di essere flessibili nel processo di adattamento ai nuovi inizi.
Non sempre questi motivi sono logici agli occhi di chi abbiamo intorno.
A volte ci troviamo infatti a scegliere un guadagno minore (almeno all’inizio) e meno sicurezze, per una migliore qualità della vita.
Per alcuni migliore qualità della vita significa avere più tempo, per altri scegliere di vivere in un’area del mondo diversa, per altri ancora svolgere una professione che ci rispecchia di più.
Quello che è certo è che con ogni grande cambiamento, avviene una vera e propria rivoluzione interna ed esterna che stravolge tutti gli aspetti della nostra vita, impattando anche chi ci sta vicino. In tutto questo, infatti, occorre anche mettere in conto la possibilità che qualcosa non vada come avevamo pianificato.
Certo, nel momento in cui questo accade forse non riusciremo a vedere nulla di positivo, soprattutto se questo intoppo creerà dei disagi ed interruzioni nel nostro piano b.
Ecco però alcune domande da valutare e che possiamo porci, una volta passato il momento:
Non ho potuto che amare la chiusura del libro che ti riassumo qui di seguito:
"(occorre) fidarci di quello che ci piace fare, anche se non siamo ancora degli esperti nel farlo: esplorare, studiare, provare, tentare, mettersi in gioco per capire come quel talento può diventare qualcosa di più."
Scoprire i nostri talenti può davvero fare la differenza per mettere a fuoco la direzione da dare al nostro cambiamento.
Non c’è scelta giusta o sbagliata, non per tutti la scelta è cambiare lavoro o stravolgere la propria vita,“esiste ciò che ci rende felici e ci permette di realizzare il nostro destino”.
Se hai piacere, scrivimi per raccontarmi la tua esperienza, sarò molto felice di leggerti.
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Ciao, sono Francesca, life business coach certificata. In questo blog ti racconto cos’è il coaching e cosa significa per me, condividendo strumenti e risorse per il cammino di ognuna di noi verso la versione migliore di se stessa.
Mi chiamo Francesca e sono una life business coach online con una grande passione per i nuovi inizi. Accompagno le donne ad allineare il proprio business alla loro vera essenza, attingendo a talenti, passioni e valori.