21 Febbraio 2025
Tempo di lettura 6 minuti

Cambiare prospettiva per cambia il tuo pensiero

glass ball on wood clip art

Era fine gennaio e, mentre accompagnavo mia figlia alla sua lezione di arrampicata, ho esclamato con grande entusiasmo, e un po’ di sollievo, “ah, finalmente domani inizia febbraio!”
Lei mi guarda e mi dice, “di già? Avrei voluto che gennaio durasse ancora un po’”

Immagino che tu stia pensando la stessa cosa che ho pensato io in quel momento, ovvero “ forse tu sei l’unica persona che vorrebbe un gennaio più lungo visto che già ci sembra duri 62 giorni invece che 31”.

Questo però mi ha fatto riflettere e, anziché rispondere con le parole che avevo nella mia testa, le ho chiesto il perchè volesse che gennaio durasse un altro po’: “Perchè mi sono piaciute le cose che sono successe a gennaio”, mi ha risposto un po’ malinconica.

Quanto conta la prospettiva, vero? 

E quanto conta il pensiero di chi abbiamo intorno!

Se devo proprio essere sincera, quest’anno non ho patito la lunghezza di gennaio, se non durante l’ultima settimana. Ecco quella mi sembrava non finire mai. 

Ma poi ho pensato che forse quel mio cambio di prospettiva era dovuto al continuo sentire pronunciare, da chi avevo intorno e dai social, frasi del tipo “è ancora gennaio, il mese più lungo in assoluto, così lungo che sembra passato un anno…”.

Ecco, in questo episodio vorrei proprio parlarti di lei, della Prospettiva, che per definizione è la visione che si ha di un fatto in rapporto ai punti di vista dai quali si prende in considerazione.

In questi anni di affiancamento a donne che desiderano intraprendere un percorso di cambiamento, che sia per rimodellare il proprio business o per crearne uno nuovo, mi sto rendendo sempre più conto di quanto, una delle chiavi che aiutano ad aprire le porte del cambiamento, sia proprio il cambio di prospettiva.

Magari è successo anche a te di acquistare un corso, affidarti ad un/a mentore, farti affiancare dall’esperto/a di settore, convinta di dover avere nuovi strumenti e/o conoscenze che ti permettessero di compiere quell’azione, affrontare finalmente un cambio di rotta o “sistemare” quello che non andava nel tuo business o nella tua vita.

E forse, dopo aver finito quel corso, concluso un percorso con quel/la mentore o esperto/a di settore ti sei trovata - magari dopo qualche settimana o mese - nella stessa situazione di prima. 

Con qualche strumento e conoscenza in più, certo, ma di nuovo in difficoltà. 
Quasi come se fossi tornata al punto di partenza
Tutto questo solitamente porta frustrazione, senso di colpa, senso di inadeguatezza.

Ma perchè succede?
E come possiamo cambiare le cose per far fruttare le nostre competenze, le nuove conoscenze e i nuovi strumenti che acquisiamo durante il nostro percorso di cambiamento?

Iniziamo dal “Perchè succede”.

Una causa è sicuramente la convinzione di poter cambiare le cose (fuori), senza cambiare noi stesse prima (dentro).

Un po’ come se volessimo trasformare la nostra macchina in una Ferrari, mettendo tutte le nostre energie e tutto il nostro denaro per lavorare solo sulla carrozzeria

Se però non cambiamo gli interni, il motore ed altri meccanismi di funzionamento dell’auto, quella macchina non diventerà mai una Ferrari.

E’ come se, in qualche modo, affidassimo tutta la responsabilità ad eventi esterni e a strumenti che lavorano fuori da noi, senza partire da quello che abbiamo dentro, dall’essenza di quello che siamo.

Immagina di voler lavorare sul volerti sentire più decisa quando devi compiere delle scelte, soprattutto quando sei in compagnia di altre persone o di collaboratori.

Potrai sicuramente migliorare la tua comunicazione, mostrarti più assertiva, prepararti una sorta di “copione” così da incarnare una versione di te decisa e ferma.

Ma cosa succede se dentro di te c’è un tripudio di vocine che ti ripetono che: “se fai così penseranno che non ti importa di quello che desiderano gli altri”,  “e se poi non è la scelta giusta?”, “se ti mostri così assertiva penseranno che sei troppo egoista”, “solo le persone arroganti si comportano così”...?

Probabilmente dopo aver preso quelle decisioni ti sentirai a disagio, frustrata, in difetto.

Cosa possiamo fare, invece?

Pensa a cosa succederebbe se lavorassi prima su quelle vocine, aiutandole a cambiare prospettiva.

Partiamo dalle vocine che ti ho elencato sopra, così da rendere più concreto il tutto:

  • il pensiero “se fai così penseranno che non ti importa di quello che desiderano gli altri”, può essere riformulato come: “sto facendo così dopo aver ascoltato l’opinione degli altri, essermi presa del tempo per riflettere su quello che è giusto per me e allineato a quello che è il mio obiettivo finale. Quell’obiettivo è importante per me perchè so che se ci arrivo allora posso fare la differenza con il mio progetto, il mio lavoro, le mie azioni etc.”
  • nel caso della vocina dubitante che ti dice “e se poi non è la scelta giusta?”, puoi cambiare prospettiva e dirti: “se non provo ad ascoltare il mio intuito e a seguire la strada che più mi risuona, rimarrò sempre qui e non saprò mai cosa è giusto o meno per me. Se non sarà la strada giusta, potrò sempre fermarmi, riflettere su cosa non è andato (e perché) e prendere un’altra
  • vediamo infine l’ultima vocina che ti dice, “se ti mostri così assertiva penseranno che sei troppo egoista”. Prova a cambiare la narrativa di questa convinzione limitante che probabilmente ti porti dietro da quando eri bambina. E anche qui cambia prospettiva. Ti viene in mente qualche personaggio storico o attuale che grazie alla sua determinazione e al suo essere assertivo/a ha potuto portare avanti delle cause che hanno avuto ripercussioni positive per chi stava loro intorno?

Cambiare prospettiva può sembrare difficile, soprattutto quando ci siamo create una nostra coperta di linus protettiva, cucendo insieme tutte le convinzioni e i dogmi che più ci sono familiari e ci fanno sentire al sicuro (hai presente quella comfort zone super confortevole e che al tempo stesso ti costringe in uno spazio troppo stretto?).

Come fare nel concreto?

Come fare nel concreto?

Vorrei portarti un esempio concreto di quanto successo durante una sessione di affiancamento così da mostrarti come può avvenire un cambio di prospettiva.

(Disclaimer: questo è un esempio di quello che può accadere ed ho sintetizzato in poche righe un’intera sessione da 60 minuti, senza dati personali e modificando qualche dettaglio per riservatezza).

Ho avuto l’onore di supportare una professionista che sentiva la necessità di essere più chiara e decisa nel prendere decisioni, anche le più semplici.

Per farlo siamo partite dall’andare ad ascoltare quelle voci, lasciandole libere di parlare per capire cosa c’era di più profondo.

E’ emerso un senso di colpa nel prendere decisioni che “convenissero” a lei, il sentirsi egoista nel farlo e quindi l’evitare di prendere quelle stesse decisioni che però aveva bisogno di prendere.

Abbiamo accolto, senza giudizio, questa sensazione e questi pensieri.

Siamo quindi passate al perché fosse così importante per lei prendere quelle decisioni, senza lasciarle sempre agli altri.
Abbiamo pensato alle conseguenze che, il non prendere decisioni, poteva avere sul suo business.

Ci siamo riconnesse alla sua missione più profonda, al perché quello che porta nel mondo è importante per lei, all’impatto che questo avrebbe sulle persone intorno se riuscisse a prendere decisioni più allineate a sè stessa.

Il risultato è stato un cambio di prospettiva, dove quella che sembrava una necessità egoistica era invece un bisogno di voler portare a quante più persone possibili gli strumenti di benessere che aveva da offrire con il suo lavoro.

Il cambio di prospettiva ha permesso a questa professionista di riscrivere la narrativa di un pensiero limitante per trasformarlo in un pensiero potenziante. 

Per poter applicare questo cambio di prospettiva e renderlo una nuova abitudine, abbiamo creato insieme un piano d’azione fatto di piccoli step, di tempo per riflettere ed ascoltarsi, di test e di revisione nel caso servisse cambiare qualcosa. 

Il tutto supportato dalla sua visione più grande.


Bene, come sempre il mio invito è quello di prendere ciò che ti risuona.

Prova a prendere uno di quei pensieri che sai che ti limitano dal fare quel passo che desideri da tanto e a guardarlo da un altro punto di vista: come puoi riscrivere quel pensiero? come lo riscriverebbe qualcun altro?

Buon lavoro di riscrittura della tua narrativa.

Se pensi di aver bisogno di un lavoro più approfondito e di un affiancamento in uno spazio sicuro e protetto, scrivimi a francesca.laidlaw@radiciflessibili.com o dalla sezione contatti

Sarò molto felice di ascoltare la tua storia e di capire insieme a te quale può essere il modo migliore per lavorare insieme al tuo cambiamento.


Se hai piacere, scrivimi per raccontarmi la tua esperienza, sarò molto felice di leggerti.
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Ciao, sono Francesca, life business coach certificata. In questo blog ti racconto cos’è il coaching e cosa significa per me, condividendo strumenti e risorse per il cammino di ognuna di noi verso la versione migliore di se stessa.

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